DATI TECNICI:
Titolo: Io no ho paura
Anno: 2003
Origine: Italia
Regia: Gabriele Salvatores
Sceneggiatura: Niccolò Ammaniti e Francesca Marciano (dal romanzo omonimo d Niccolò Ammaniti)
Interpreti: Diego Abatantuono,
Dino Abbrescia, Aitana Sánchez-Gijón, Giuseppe Cristiano,
Mattia Di Pierro
Fotografia: Italo Petriccione
Musica: Pepo Scherman, Ezio Bosso
Durata: 96'
Un posto del Sud. Caldo. Un
deserto di grano. Il niente. Niente da fare, niente da vedere. Un
manipolo di ragazzini scorrazza liberamente fra il paese e la
campagna cicostante. Sono gli occhi di Michele, dieci anni, che ci
raccontano il mondo e la storia di cui è protagonista. Un
incredibile segreto cambierà per sempre la sua vita, segnando la
fine dell'infanzia e la conquista di un nuovo coraggio...
Tratto dall'omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti. Il film
di Gabriele Salvatores ci immerge in una terra di nessuno,
una landa desolata dove può capitare di vedere cose che non
esistono, di confondere realtà e
fantasia...
Finalmente sono riuscito a
vederlo. Avevo letto molti giudizi positivi sul film... non mi
restava ke andare al cinema e confermare tutto quanto è jà stato
detto su esso.
Spoiler Un film splendido nell'immagine e nei contenuti. Con quella
fantasia visiva ke solo Salvatores ha, prendendo come spunto
un libro "importante" e bello come quello d Niccolò Ammaniti,
assistiamo ad uno spettacolo d natura e colori, d sentimenti e
pensieri...
...la natura è quella della Puglia e della Basilicata, tra campi
d grano e casolari abbandonati, case decadenti e tanta vojia d
evadere, scappare via da una terra ke è sì bella, ma anke fonte d
solitudine e problemi (non x niente viene scelto proprio come luogo
adatto dove nascondere un bambino sequestrato)...
...i colori sono quelli dei campi, deji alberi, della natura ke c
circonda (dal giallo acceso e quasi accecante del grano, al verde
delle piante, al marrone della terra, all'azzurro del cielo, al
bianco delle nuvole)...
...i sentimenti sono quelli d amicizia e paura, ke un adolescente
ha kiusi in se e cerca in ogni modo d condividerli con ji amiketti
("Se t dico un segreto, prometti d non dirlo a nessuno?")...
...i pensieri sono quelli d un ragazzino d 10 anni ke si trova
involontariamente a scoprire un altro bimbo nascosto in una buca
sotto terra, con conseguente dubbio su "cosa c faccia lì sotto" (un
bambino spesso non capisce le cose all'istante).
Ed è così ke l'arrivo in Basilicata d un amico milanese del
padre (un grande Diego Abatantuono, ingrassato e con
fare crudele e spietato, ke parla un milanese doc), porta
il giovane Michele (tra segreti orijiati da dietro la porta
e "frugate" tra cose non sue) a capire veramente qual è il
legame ke unisce i suoi genitori, ji abitanti del piccolo
paese, il cattivo milanese e il povero Filippo (il bimbo/ostaggio
nella buca). Tutto accompagnato magistralmente da usi/costumi/musica
deji anni '70: la Fiat 127, Mina ke canta "Se telefonando"
o "Parole, parole, parole", il "Lungo addio" di Ivan Graziani,
la bicicletta "Graziella", Emilio Fede giornalista a Rai1
in b/n, gli abiti indossati dai personaggi...
E' l'estate del 1978, quella considerata da tutti la + calda
del secolo. Nel piccolo borgo d Acque Traverse, quando i grandi
si rinkiudono in casa causa l'afa, solo i bambini cercano
un divertimento, uno svago... come correre in bicicletta x
la campagna, o giocare con la Barbie o con le makkinine; e
proprio in uno d questi momenti, il protagonista Michele (Giuseppe
Cristiano) scopre casualmente un buco sottoterra nel quale
è tenuto nascosto un bambino della sua età, tutto sporco e
malconcio, affamato e spaventato, un bimbo (Filippo è il suo
nome) ke, vista la situazione "inspiegabile" (x un bimbo)
in cui si trova, crede d essere morto. Solo con il tempo il
giovane Michele capirà veramente quello ke è successo, sentendo
i genitori parlare e guardando (d nascosto) il telegiornale:
scoprirà ke il piccolo Filippo (Mattia Di Pierro) è
stato rapito ed è tenuto sequestrato. La cosa più importante
x Michele ora è far capire all'ostaggio ke non è nè solo nè
morto, ke deve lottare e resistere, altrimenti lo ammazzeranno
(e Filippo lo capirà, tanto da pensare ke Michele sia il suo
"angelo custode"). Comincerà quindi d nascosto a portarji
del pane (splendida e ingenua in tal senso la frase ke dice
nel negozio d alimentari: "Ma se uno ha fame, cosa può comprare
con 500 lire?") e a darji da bere, deciderà poi addirittura
d farlo uscire, facendoji riscoprire quella vita ke x un pò
Filippo aveva xso. Il sole neji okki e il profumo dei campi
si contrappongono quindi al buio e all'odore d kiuso ke sembrano
uscire dal buco sottoterra, tanto ke Filippo, essendo stato
x troppo tempo senza luce, non riesce quasi ad aprire ji okki
e a vedere il meravijioso mondo ke lo circonda. Quando Michele
poi scopre ke tutti i genitori del borgo dove vive sono ji
artefici d questo sequestro (se ne accorgerà anke xkè da Milano
arriva un amico del padre "armato"), decide d farsi "giustizia"
da solo, senza sapere a cosa andrà incontro, ma d sicuro consapevole
d fare "qualcosa d giusto".
Splendido. Da
vedere!
Riguardo a IO NON HO PAURA, Gabriele Salvatores ha detto: "Per fare il film da questa storia struggente ho messo la macchina da presa negli occhi di un bambino. E' il suo sguardo che ci ha guidato nel film". Infatti la telecamera sembra messa a 1 metro da terra e le inquadrature sono "più basse" del solito, proprio x dare quell'idea d "vedere ciò ke vede Michele".