RYUICHI SAKAMOTO

FURYO OST


Omaggio al Fede... una bella recensione trovata su una rivista sulla colonna sonora del film "FURYO".

Quando riesce tutto a meraviglia. La scena del bacio omossessuale fra i due protagonisti, il saluto finale con cui il condannato sergente Hara saluta uno dei suoi prigionieri ("Merry Christmas, Mr. Lawrence!"), l'ambientazione tesa, decadente, di una guerra lontana che frustra chi non può essere in prima linea, e distrugge il morale dei prigionieri già logorati, senza speranza e con un fisico ridotto all'osso. Tutto perfetto in Furyo, a cominciare dalla straordinaria colonna sonora, che il comandante Yonoi, nervosissimo ufficiale giapponese in ansia per l'imperatore e per se stesso, realizzò "dall'interno, ricostruendo soprattutto attraverso le incursioni elettroniche fra i classici suoni orchestrali un'atmosfera di morte senza resurrezione". Il comandante Yonoi era Ryuichi Sakamoto, l'ufficiale inglese baciato da Yonoi era David Bowie. Il film era di Nagisa Oshima. E Sakamoto non era ancora la star di oggi, ma soltanto uno che stava studiando per diventare grande. E lo sarebbe diventato a forza d'invenzioni. Sakamoto è uno dei pochi capaci di circolare liberamente nella terra degli stregoni della musica "senza preoccuparmi di amare troppo Puccini o Piccioni", come ci disse un giorno. Per nulla usurata dalle continue revisioni (attenzione però: l'esecuzione per solo pianoforte di Sakamoto, inclusa in un disco molto raro intitolato Piano one, etichetta Private, è forse la più bella di tutte) e da innumerevoli tentativi di imitazione, la melodia del tema principale rimane uno dei momenti più alti, ispirati e originali dell'intera storia della musica da film. Un altro inglese, David Sylvian, avrebbe definito con Sakamoto quella "bamboo music" che proprio da questo disco (che includeva anche Forbidden colours, la non meno popolare versione cantata del tema) avrebbe preso le mosse, avvicinando improvvisamente oriente e occidente. Ma intorno al tema, dilagante, varrà forse la pena di riscoprire altre pagine di musica che contribuirono ad assicurare al progetto Furyo un'identità limpida e robusta: i richiami alla musica folk giapponese, gli squarci orchestrali brevi e dirompenti, le ansiose (già allora) costruzioni armoniche e le sfide timbriche accettate da Sakamoto con il mondo delle percussioni, fra le quali trovano spazio sia quelle tradizionali del suo paese che quelle dei tamburi dell'esercito inglese. Mito è dire poco.

 



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